Alcune razze di cani sono davvero più aggressive di altre per natura? La scienza ha scoperto la verità
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Alcune razze canine sono considerate più pericolose e aggressive di altre, ma è davvero così?
La scienza ha dato una risposta definitiva al riguardo: secondo uno studio, non ci sono dubbi.
Scopriamo insieme quanto una razza incide realmente sul comportamento di un cane.
Alcune razze canine sono più pericolose di altre?
Quante volte le persone temono di avvicinarsi a un rottweiler o a un dobermann, per fare un esempio, per paura di essere attaccati? E quanto volte, invece, questi animali si sono rivelati docili, mansueti e persino affettuosi?
Nonostante questo, alcune razze continuano a essere sinonimo di aggressività e potenziale pericolo. Senza ombra di dubbio, un molosso arrabbiato può fare più danni di un cane minuto e con denti meno affilati.
Questo, però, non ha nulla a che fare con l'indole del cane, piuttosto con la sua stazza e gli strumenti fisici di cui è dotato.
Il pensiero collettivo, invece, riguarda proprio il fatto che determinate razze siano aggressive per natura. Uno studio ha voluto capire se le cose stanno realmente così, scoprendo finalmente la verità al riguardo.
No, la razza non determina il comportamento: lo studio
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La ricerca è stata condotta dall'Università del Massachussets Chan, USA. Guidata dalla bioinformatica e biologia integrata Elinor Karlsson, ha coinvolto più di duemila cani, sia di razza pura che meticci.
Stando ai risultati, la razza influenza il carattere di un cane in minima parte: soltanto il 9%. Il team ha evidenziato che il comportamento non è specifico di una data razza di appartenenza.
I ricercatori hanno chiarito che, per esempio, un golden retriever è un cane mite e affettuoso per antonomasia, ma geneticamente ha solo qualche probabilità in più di essere socievole rispetto agli altri.
"Mentre la genetica gioca un ruolo nella personalità di ogni singolo cane, la razza specifica non è un buon predittore di tali tratti" ha spiegato la Karlsson.
La razza di un cane predice i tratti estetici
Per arrivare a questa conclusione, gli scienziati hanno attinto da 12 sondaggi composti da 117 domande rivolte i proprietari sull'aspetto e sul carattere dell'animale.
Questi sono stati combinati con associazioni genomiche di diversi studi svolti su campioni di DNA degli stessi cani ottenuti dalla saliva.
L'obiettivo era quello di verificare la connessione tra la genetica del cane e il comportamento descritto dal proprietario.
Da ciò sono emerse 11 aree nel genoma significativamente legate al comportamento, nessuna delle quali condizionata dalla razza. La differenza genetica tra razze diverse riguarda soprattutto geni relativi all'aspetto, come il colore del pelo.
Karlsson ha affermato che "la personalità e il comportamento di un cane sono modellati da molti geni e dalle sue esperienze di vita. Per la maggior parte, le razze pure sono solo leggermente diverse dagli altri cani."
Il temperamento che associamo a una specifica razza sembra essere più un retaggio ancestrale, basato sul ruolo svolto dal cane nel corso dell'evoluzione. Durante il passaggio da lupo a canide selvatico, le razze moderne hanno ricoperto ruoli diversi, dal pascolo, alla caccia, alla guardia.
La razza è risultata cinque volte più predittiva del colore del pelo rispetto ai tratti caratteriali e il team non ha trovato alcun comportamento che fosse esclusivo di una specifica categoria.
Per esempio, si ritiene che i Labrador non siano portati a ululare, ma nel sondaggio l'8% ha l'abitudine di farlo.
In definitiva, alcune caratteristiche comportamentali ereditarie, come la docilità, hanno alcune possibilità di essere legate alla razza. Al contrario, la reattività agli stimoli negativi non può essere predetta dalla razza di appartenenza.