Ecco cosa provano i gatti quando li accarezziamo: ce lo dicono in tantissimi modi diversi

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di Gianmarco Bonomo

26 Aprile 2024

Donna che coccola il suo gatto, che a sua volta sembra apprezzare le attenzioni

I gatti sono animali molto particolari e dai comportamenti a volte incomprensibili. Alcuni sembrano odiare le coccole da parte degli esseri umani, altri apprezzarle anche troppo, per poi ritrarsi improvvisamente e iniziare a mordere la mano che li accarezzava. Molti pensano che i gatti non amino le attenzioni dei loro proprietari, ma in realtà non è così: il problema è “quanto”. In sostanza: cosa provano i gatti quando li accarezziamo? Scopriamolo insieme!

Ai gatti piace essere coccolati?

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Come avviene per gli esseri umani, la risposta è affermativa. E come avviene per gli esseri umani, c’è sempre un momento giusto, un modo giusto, una durata giusta. Per noi può essere rilassante accarezzare un gatto, ma per lui non è detto che lo sia sempre: alcuni apprezzano il contatto umano, eppure è sempre fondamentale rispettare i loro spazi e leggere i loro segnali.

Ci sono gatti che adorano essere accarezzati sulla testa e sul collo, altri che magari preferiscono la schiena e il muso. Contrariamente a quanto si pensa, alcuni amano persino le carezze sulla pancia: eventualità rara, ma possibile. La verità è che i nostri amici felini sono vari almeno quanto noi esseri umani: diventa fondamentale capire quindi cosa provano i gatti quando li accarezziamo. Soltanto con una conoscenza approfondita dei loro linguaggio, possiamo comprendere quando iniziare e, soprattutto, quando smettere.

Cosa provano i gatti quando li accarezziamo?

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Un gatto che vuole ricevere delle coccole sarà sempre pronto a chiederle: piccoli colpetti con la testa o il muso, coda alzata mentre si struscia, ricerca di attenzioni sono tutti segnali positivi. Per rispondere alla domanda del titolo, però, dobbiamo ammettere che non possiamo conoscere con certezza cosa provano i gatti quando li accarezziamo. Eppure, possiamo provare ad interpretare il loro linguaggio del corpo.

Un gatto può infatti gradire le carezze e comportarsi di conseguenza. Se fa le fusa, allora si sta rilassando e manifesta in questo modo il suo benessere. Se invece si strofina, vuole comunicare affetto e dirci che facciamo parte del suo territorio. Un gatto che apprezza le coccole può anche iniziare a impastare con le zampe anteriori, come faceva quando era soltanto un gattino e cercava il latte della madre. Se ha la coda alta, è felice e interessato.

E se il gatto non gradisce le coccole?

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Lo stesso discorso vale nel caso il gatto non gradisca le coccole: non può comunicarcelo nel nostro linguaggio, ma sa farsi capire. Sta a noi interpretare quel linguaggio e comportarci di conseguenza, rispettando i suoi spazi. I segnali di disagio di un gatto infatti includono una coda che si muove da una parte all’altra, quasi scodinzolando, e le orecchie appiattite sul capo. Già qui dovremmo allontanarci e lasciarlo in pace, o potrebbe anche iniziare a soffiare e anche a mordere o graffiare chi lo sta disturbando con troppe carezze.

Ovviamente, questi segnali potrebbero anche indicare che le carezze si stanno concentrando sul punto sbagliato. Per la volta successiva sarà necessario ricordarsi di non sbagliare. Ogni gatto ha tuttavia un carattere unico, e con la convivenza sarà possibile comprendere i suoi segnali immediatamente, così da rispettare i suoi spazi e le sue preferenze. Con attenzione e spirito di osservazione, sarà possibile comprendere le reazioni dei nostri amici felini alle nostre carezze, e offrire loro il miglior trattamento possibile. Magari, potrebbero non lamentarsi affatto.