Perché il cioccolato è velenoso per i cani? E cosa fare se ne ha mangiato un po?

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di Gianmarco Bonomo

02 Marzo 2024

Perché il cioccolato è velenoso per i cani? E cosa fare se ne ha mangiato un po?

Che i cani non possano mangiare di tutto ormai non è più un mistero. Una dieta bilanciata è il segreto per il benessere dei nostri amici a quattro zampe, con una particolare attenzione alla qualità e alla quantità del cibo. Come tutti i proprietari sanno, tuttavia, c’è un alimento in particolare che si deve evitare a tutti i costi: il cioccolato. Ma perché? E cosa fare se il cane ne mangia un po’? Scopriamolo insieme!

Perché il cioccolato è velenoso per i cani?

Perché il cioccolato è velenoso per i cani?

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Come spesso accade, la risposta alla domanda risiede nella chimica. Il cioccolato infatti contiene la teobromina e la caffeina, due sostanze che appartengono alla famiglia delle metilxantine. In particolare, teobromina e caffeina sono due alcaloidi naturalmente presenti nel cacao: sono simili dal punto di vista chimico ed entrambi hanno effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale, oltre ad agire da vasodilatatori.

Nel cioccolato, la concentrazione dei due alcaloidi varia a seconda della tipologia. Il cioccolato bianco ne contiene soltanto tracce, mentre il cioccolato al latte e il cioccolato fondente ne hanno una maggiore quantità. Per capire perché il cioccolato è velenoso per i cani, bisogna ricordare che il loro corpo non funziona come quello degli esseri umani. In pratica, i cani non riescono a smaltire teobromina e caffeina come facciamo noi, pertanto la loro assunzione può portare a diversi effetti indesiderati.

Quali sono gli effetti del cioccolato sui cani?

Quali sono gli effetti del cioccolato sui cani?

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Quando un cane ingerisce del cioccolato che contiene teobromina e caffeina, le due sostanze entrano nel flusso sanguigno. La concentrazione di caffeina raggiunge il suo massimo dopo circa 30 o 60 minuti, mentre per la teobromina servono circa 2 ore. Dal momento che i cani non riescono a smaltirle in modo efficace, quando arrivano nel cervello le due molecole si legano ai recettori dell’adenosina.

Di conseguenza, il cane può sperimentare tachicardia, problemi gastrointestinali, tremori, ipertensione, aumento dell’adrenalina, ipertermia, eccitabilità. Ma non è finita qui, perché la caffeina viene convertita in teobromina, ossia la responsabile principale di un’intossicazione da cioccolato. Dalle 2 alle 4 ore dopo, il cane può sperimentare vomito e diarrea, agitazione e convulsioni, fino a rischiare un'intossicazione ancora più grave.

Cosa fare se il cane ha mangiato del cioccolato?

Cosa fare se il cane ha mangiato del cioccolato?

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Nella maggior parte dei casi, l'ingestione di una quantità eccessiva di cioccolato porta ad aritmie cardiache e insufficienza respiratoria. I sintomi possono variare di molto a seconda del cane, della tipologia di cioccolato e della quantità ingerita. In generale, possono costituire un rischio alto per la salute dei nostri amici a quattro zampe:

  • 40 grammi di cioccolato fondente, per i cani di taglia piccola;
  • 100 grammi di cioccolato fondente, per i cani di taglia media;
  • 150-200 grammi di cioccolato fondente, per i cani di taglia grande.

Ma cosa fare se il cane ha mangiato del cioccolato, magari in una dose che porta a rischi elevati per la salute? In questo caso è essenziale portare subito l’animale dal veterinario, che può aiutarlo a espellere il cioccolato dall’organismo. Entro la mezz’ora o al massimo un’ora, è consigliabile provare a far vomitare il cane, anche se nulla può sostituire le indicazioni, i consigli e il consulto del veterinario. Soprattutto se l'ingestione è avvenuta già da diverso tempo e il cane mostra segni di avvelenamento.

In conclusione, quando si tratta di cani e cioccolato la migliore strada è sempre la prevenzione. È fondamentale non lasciare pezzi di cioccolato in giro, non importa quanto grandi, così da rimuovere ogni rischio di ingestione. Meglio stare un po’ più attenti che correre preoccupati dal veterinario. Il cane ringrazierà anche se non se ne rende conto.