Adotta un cucciolo fatto cadere da un’aquila, ma presto si accorge che non è un cagnolino

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di Gianmarco Bonomo

15 Dicembre 2023

Adotta un cucciolo fatto cadere da un’aquila, ma presto si accorge che non è un cagnolino

Adottare un animale trovato per strada è un gesto di altruismo senza pari, specialmente quando siamo certi di averlo salvato. Qualcosa di simile è successo a una donna australiana, che ha adottato un cucciolo caduto dalla presa di un’aquila. Ecco, quello che all’inizio sembrava un cagnolino indifeso si è rivelato qualcosa di più sorprendente e inatteso.

Un cagnolino dal cielo, o forse no?

Un cagnolino dal cielo, o forse no?

Wandi Dingo/Facebook

Una donna di Bright, cittadina australiana, trova un cucciolo spaventato che ha l’aria di aver vissuto un’avventura pericolosa. Scaricato a terra dalla presa di un’aquila, per fortuna è stato trovato da una persona pronta a fare del bene. La donna decide infatti di tenere il cagnolino e lo chiama Wandi, accogliendolo in casa. Eppure, il cucciolo inizia a mostrare comportamenti strani, che sembrano accomunarlo a una volpe. La donna vorrebbe capire meglio chi è Wandi, e si rivolge al vicino Alpine Animal Hospital.

I comportamenti strani e talvolta pericolosi si fanno più frequenti, mentre si attendono i risultati su chi è davvero Wandi. Davvero quello che sembra un cagnolino è in realtà un animale pericoloso, si chiedono tutti. In realtà, presto i risultati delle analisi sul DNA arrivano, e così anche la certezza su quale sia l’identità dell’animale. Wandi non è un cane, né una volpe: Wandi è un Dingo delle Victoria Highlands. Il Dingo Discovery Sanctuary decide quindi di prendere con sé il giovane Dingo e inserirlo nel programma di allevamento.

La vita di Wandi il Dingo al santuario

La vita di Wandi il Dingo al santuario

Wandi Dingo/Facebook

Inizialmente scambiato per un cane, poi per una volpe, Wandi finalmente viene riconosciuto come fiero appartenente alla sottospecie dei Dingo. Sicuramente il rapace aveva scelto il cucciolo come propria preda, magari da portare agli aquilotti in attesa nel nido. Dopo un volo di diversi minuti, l’aquila si era resa conto che quel dingo era troppo pesante e richiedeva fin troppa energia. Da questa consapevolezza, la decisione di lasciarlo andare: una decisione che gli ha cambiato la vita.

Si tratta infatti di una scoperta che non solo ha portato Wandi al santuario, ma che solleva anche domande sulla coesistenza fra animali selvatici e comunità umane. Al Dingo Discovery Sanctuary, Wandi potrà contribuire alla preservazione della diversità genetica della sua sottospecie. Da questo punto di vista, la sua vicenda non è soltanto il racconto di un’adozione fuori dal comune, ma anche un’opportunità per conoscere il delicato equilibrio fra specie selvatiche e non.

Una storia simile: il caso di Luna il… gatto?

Per quanto singolare, la storia di Wandi non è unica nel suo genere. Una donna ha adottato un gattino nero, chiamato Luna, credendo di aver trovato il suo nuovo compagno felino. Eppure, con il passare delle settimane, la donna vede Luna crescere bene, forse anche troppo, diventando una maestosa pantera nera. Nonostante il suo retaggio, oggi Luna vive con la sua proprietaria e con il cane Venza, come se fosse davvero un gatto. E, in fondo, lo è.

Le storie di Wandi e Luna ci ricordano che esiste una connessione profonda fra esseri umani e animali selvatici. Allo stesso tempo, però, il loro mondo rischia di scomparire sotto una pressione antropica sempre più accentuata, sempre più pericolosa. Certo, è bello conoscere le storie di animali selvatici accolti dalle persone. Sarebbe molto meglio non minacciare il loro ambiente e la loro diversità.