Quanto è grande il territorio di un gatto e come lo protegge?

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di Gianmarco Bonomo

17 Ottobre 2023

Quanto è grande il territorio di un gatto e come lo protegge?

I gatti sono creature affascinanti che hanno una complessa vita sociale e comportamentale. Uno degli aspetti più interessanti del comportamento felino riguarda la loro predisposizione a proteggere il loro territorio e, contro le apparenze, anche i loro umani. Vediamo come fa un gatto a proteggere il suo territorio e tutti i segnali che usa allo scopo.

Quanto è grande il territorio di un gatto?

Quanto è grande il territorio di un gatto?

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Ogni gatto ha un territorio, che sia all’esterno o all’interno delle mura domestiche. Le dimensioni del territorio di un gatto possono variare a seconda di molte variabili, come le condizioni di vita e la disponibilità al cibo. Un gatto randagio che ha a disposizione cibo abbondante e facilmente raggiungibile ha un territorio di dimensioni molto contenute, come nel caso delle colonie di gatti urbani. Al contrario, un limitato accesso al cibo porta il gatto ad aumentare le dimensioni del proprio territorio. Se le femmine arrivano anche a coprire fino a 16 ettari, i maschi possono arrivare a un territorio di 61 ettari. I gatti domestici invece hanno un territorio che corrisponde allo spazio a cui hanno accesso all’interno dell’abitazione, più qualche zona esterna.

Come i gatti proteggono il loro territorio: tutti i segnali che usano

Come i gatti proteggono il loro territorio: tutti i segnali che usano

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I segnali territoriali di un gatto sono abbastanza chiari, forse non a noi umani, ma agli altri gatti sì. Per capire se e come i gatti proteggono il loro territorio, basta guardare alla presenza di:

Graffiature e marcatura con urina. Si tratta di segnali che sono dei veri e propri cartelli stradali per gatti. Sono posti in luoghi strategici del territorio e comunicano che quel posto ha già un occupante. Anche i gatti domestici possono marcare il territorio con graffiature, per lo più vicino alle porte e alle finestre.
Miagolii di avvertimento. Miagolii forti e prolungati di notte sono i chiari segnali di un gatto che risponde alla presenza di un estraneo nel suo territorio. I miagolii sono di avvertimento, ossia un primo tentativo di scacciare l’intruso.
Marcature con feromoni. Si tratta di segnali meno evidenti, ma i gatti li riconoscono benissimo. Quanto un gatto si strofina con il muso o il corpo sugli spigoli delle porte, le gambe del tavolo, le gambe dei padroni, e così via, sta marcando il territorio con i feromoni. Il comportamento è molto più complesso, ovviamente, e serve anche al gatto per auto-rassicurarsi.

Quando i segnali territoriali del gatto vengono rimossi o il territorio subisce dei cambiamenti improvvisi, ecco che il gatto si ritrova in un territorio sconosciuto. Si tratta di una situazione che può causare stress e ansia nei nostri amici felini, che avranno bisogno di tempo per abituarsi e piantare una nuova bandierina su un vecchio territorio.

I gatti proteggono anche i loro proprietari: ecco come fanno

I gatti proteggono anche i loro proprietari: ecco come fanno

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Sembra strano da dire, ma i gatti proteggono anche i loro proprietari e in generale gli esseri umani che reputano parte della loro famiglia. Un gatto protettore, se così possiamo dire, utilizzerà questi segnali:

pelo eretto, in modo da apparire più grande e spaventare eventuali minacce;
vocalizzazioni, ossia la varietà di suoni che un gatto può emettere per comunicare emozioni diverse;
inarcamento della schiena, anche questo teso a sembrare più grande verso le eventuali minacce;
essere appiccicoso nei confronti del proprietario, magari dopo aver percepito una minaccia esterna;
attacchi nei confronti della possibile minaccia, che sia un altro animale o un povero ospite in casa.

In conclusione, per i gatti il territorio è sacro. Capire il comportamento di un gatto a protezione del territorio o del proprietario è il segreto per comprendere meglio le sue intenzioni e le sue azioni. In questo modo, potrai rafforzare il legame con il tuo amico felino e, magari, abituarlo a condividere il proprio territorio con te e con altri animali o esseri umani.